Il #tempo e la sua percezione. La mostra #Utsuroi,uncontinuocambiamento, presso #ParaventiGiapponesi-GalleriaNobili di #Milano, ha proposto sul tema un colloquio tra il ceramista #SimoneNegri e lo scultore #MitsukuniTakimoto. E lo ha fatto attraverso le loro opere esposte.
Selezione dei materiali, ricerca della struttura e della tonalità adeguata per Negri, abbozzo, definizione della forma attraverso sottrazione invece per Takimoto.
Nella produzione #ceramica di Negri il tempo così come il vuoto concorrono a creare un'atmosfera di sospensione ieratica. La tendenza all'essenzialità mira, tramite sintesi, a un piano espressivo più alto. Il processo di semplificazione elimina infatti la narrazione retorica, riducendo le forme nel tentativo di superare la contingenza. L'intervento del #colore, che irrompe improvviso sulla liricità della struttura, lascia una traccia evanescente riportando a una dimensione vicina alla sensibilità #wabisabi, la malinconica #bellezza permette di ricollegarci al flusso del tempo.
Nella #produzione di Takimoto le #opere sono riconducibili a memorie flebili, che lo scalpello cerca di fissare indelebilmente alla duttilità del #legno. In un'era in cui l'immagine sfruttata svanisce senza lasciare traccia, la dimensione del transitorio, dell'effimero e del contingente proposta dall'artista #giapponese ci riporta a una sfera intima più contenuta e, in ultima analisi, al rapporto con la memoria.
Così i soggetti prediletti diventano simbolicamente cascate, fiumi, nuvole e fumo, in perenne mutamento e continuità, impossibili da afferrare. Visioni che si dileguano nel momento stesso del contatto. L'intervento umano tradisce la volontà di lasciare testimonianza di sé sui materiali, nel tentativo vano di bloccare il momento.
Lo scorrere del tempo è insito nei materiali e nelle lavorazioni, completamente insensibile all'intervento dell'uomo, che non ha potere sulla mutevolezza e transitorietà.
La ceramica, la #musica e la #scultura, così come l'#architettura, includono e comprendono in sé il concetto di tempo come caratteristica fondante del loro essere, se non immediatamente ravvisabile, sicuramente percepibile da uno spirito attento in ascolto.
L'estetica giapponese non a caso è pervasa dal senso del ma. Di difficile definizione, il concetto si riferisce a un intervallo spazio-temporale, a un rapporto tra due o più soggetti in cui la corresponsione #spirituale di chi osserva riveste un ruolo tanto importante quanto l'oggetto evocativo con cui intrattiene la relazione.
La bellezza ha che fare con un luogo, con un tempo e con una coscienza senziente in cui l'osservatore si muove come soggetto attivo. (riproduzione riservata)
foto 1 foto 2 foto 3
foto 1 - ceramiche di Simone Negri foto 2 e foto 3 - sculture in legno di Mitsukuni Takimoto
Foto by Beatrice Verga
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